cartinaIl Sahara Occidentale è un territorio di circa 266000 Kmq che si affaccia sull’Atlantico per un migliaio di chilometri, confina con il Marocco, l’Algeria e la Mauritania. E' in gran parte desertico, ma ricchissimo di risorse minerarie (soprattutto fosfati). Le coste sono pescosissime. I suoi confini sono convenzionali, poiché seguono in parte l'andamento dei paralleli e dei meridiani, tracciati dalle diplomazie europee in seguito alle decisioni della Conferenza di Berlino del 1884/85. Per molto tempo le popolazioni che nomadizzavano nel territorio ignorarono questi confini artificiali ma, a partire dagli inizi di questo secolo, sono diventati oggetto di un'attenta sorveglianza da parte della polizia coloniale. Le frontiere divennero allora ben reali per quelle popolazioni ma ancora oggi, sono oggetto di contenzioso, per le particolare vicende legate alla decolonizzazione della regione. La popolazione appartiene al complesso delle tribù Saharawi. Organizzate da secoli in modo autonomo, con forme proprie di lingua, cultura e organizzazione sociale, nomadi fino a tempi recenti. Prima dell'arrivo degli spagnoli le tribù erano numerose, 40 secondo la tradizione riunite in una confederazione. 
Verso la fine del periodo coloniale, il popolo Saharawi appariva già largamente sedentarizzato e urbanizzato, ma sempre attaccato alle proprie tradizioni. 
L’origine delle tribù Saharawi si può ricondurre all’immigrazione degli arabi Maquil, provenienti dallo Yemen. 
Un lento processo di fusioni ha dato origine alle tribù di cui ancora oggi i Saharawi conservano la memoria e a cui fanno risalire la propria origine. L'arabizzazione, molto intensa in alcune tribù, ha lasciato una traccia profonda nella lingua hassaniya, comune a tutte, molto vicina all’arabo classico. 
La religione è l'Islam sunnita, come nella maggior parte del Maghreb. L'organizzazione sociale era basata su un consiglio (Consiglio dei quaranta)che riuniva periodicamente i capi delle tribù per prendere collegialmente decisioni che riguardavano gli interessi della comunità. Tale struttura ugualitaria è stata spesso indicata come riferimento tradizionale della democrazia Saharawi. 
 
 
Le spartizioni coloniali del Sahara
 
 
La Spagna era apparsa sulla costa atlantica del Sahara alla fine del ‘400, prima che la conquista dell'America spostasse 1'interesse delle potenze europee verso questo continente. 
La conferenza di Berlino nel 1885 riconobbe la sovranità spagnola sul Rio de Oro, ma gli spagnoli cominciarono ad occuparsi del Sahara Occidentale solo agli inizi del nostro secolo, sollecitati dall’avanzata francese in Algeria, Mauritania e in Marocco.  Solo con le convenzioni di Parigi del 1900 e 1904 e di Madrid del 19 12 si arrivò alla definitiva delimitazione dei confini del possedimento spagnolo. 
In assenza di autorità spagnole, erano i francesi che si incaricavano di far rispettare i confini. Nel 1934 l’amministrazione spagnola attribuì alla popolazione uno stato civile e un documento di identità con I’introduzione di un visto obbligatorio per la transumanza in territori francesi. Si consolida così nel tempo l’autoidentificazione della popolazione autoctona ed il sentimento dell’appartenenza territoriale al “Sahara spagnolo”, che termina con i confini al di là dei quali occorre il " visto". 
Contemporaneamente inizia la formazione di una resistenza Saharawi contro lo sfruttamento e i soprusi coloniali. 
Dopo la seconda guerra mondiale, la resistenza Saharawi guarda con speranza in direzione del Marocco che sta rivendicando l'indipendenza. Tra il 1956 e il 1958, molti Saharawi si arruolano nell’Armée de la Liberation che opera nel sud marocchino. 
La Francia decide di lanciare un'operazione di pulizia nel deserto per contrastare le rivendicazioni marocchine: coinvolge anche i comandi spagnoli del Sahara Occidentale e riescono per il momento a soffocare le rivendicazioni marocchine e a porre sotto controllo la resistenza Saharawi. 
 
 
Il risveglio della coscienza Saharawi
 
 
Il primo nucleo nazionalista si crea intorno a Mohamed Bassiri
Nel 1967 diventa un punto di riferimento di quello che prenderà il nome di Movimento di Liberazione del Sahara (MLS). Nel 1970, usciti dalla clandestinità, diventano oggetto di una durissima repressione con morti e centinaia di arresti tra cui lo stesso Bassiri. 
Nel maggio del 1973 un piccolo nucleo di nazionalisti Saharawi costituisce il Fronte Polisario (Fronte di Liberazione di Saguiat - Al - Hamra e Rio de Oro). Il nome di Fronte vuole solo esprimere una opposizione, un “far fronte” appunto, al colonialismo scegliendo le armi come strumento di lotta. Solo nell'agosto del 1974 il Polisario individua l’indipendenza come obiettivo fondamentale, mentre la lotta armata, insieme al lavoro politico tra le masse, rimane lo strumento principale. 
 
 
La prima risoluzione dell'O.N.U.
 
 
Nel l960 1’Assemblea Generale dell'ONU riconosce il diritto dei popoli all’autodeterminazione
A partire dal 1963, anche il Sahara Spagnolo viene incluso nella lista dei territori cui tale principio deve essere applicato. Sotto gli auspici delle Nazioni Unite, la risoluzione del l972 include per la prima volta anche il diritto all’indipendenza
Nell’agosto 1974, il governo di Madrid informa il Segretario generale dell'ONU dell’intenzione di tenere un referendum, sotto gli auspici delle Nazioni Unite, entro i primi sei mesi dell’anno successivo, e nell’autunno del 1974 procede al primo censimento della popolazione. 
Violenta è la reazione del re del Marocco Hassan II, che all’annuncio del referendum vede vanificati i suoi disegni di estensione della sua sovranità anche sul Sahara. 
Il re, per bloccare iniziative di indipendenza del popolo Saharawi, annuncia una marcia popolare di occupazione pacifica di 350000 persone. I marciatori reclutati in tutto il paese, ricevono la consegna di una copia del Corano e bandierine verdi, il colore dell’Islam: da qui l'appellativo di “marcia verde” dato all’operazione. In realtà si tratta di una vera invasione nel territorio Saharawi con forze di polizia e militari
La Spagna in cambio di una sostanziosa buona uscita si ritira, cedendo i territori a Marocco e Mauritania. (Accordo di Madrid l975). 
La preoccupazione principale del Polisario diventa la protezione della popolazione civile dagli attacchi dell’esercito marocchino. Migliaia di persone si danno alla fuga attraverso il deserto fino al confine algerino, dove, nei pressi di Tindouf, viene allestita una prima tendopoli di accoglienza. L’esodo di massa avviene sotto i bombardamenti dell’aviazione marocchina. 
Nel l976 il Fronte Polisario decide di proclamare l'indipendenza e la nascita della Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD). 
La Mauritania ratifica con il Fronte Polisario nel l979 un accordo di pace. 
Il Marocco invece, raddoppia lo sforzo bellico per occupare tutto il territorio dell'ex Sahara Spagnolo. 
 
 
Guerra di liberazione non terrorismo
 
 
Il Fronte intende la sua lotta armata come una guerra popolare di liberazione- pertanto non ha mai utilizzato metodi di terroristici, né in Marocco né altrove. Nei primi anni ottanta il Polisario bussa a tutte le sedi internazionali all’inizio gli si aprono le porte dell’Organizzazione dell’Unità Africana (OUA), poi dell’ONU; solo più tardi quelle del Parlamento Europeo. 
Il successo più clamoroso è l’ammissione della RASD all’OUA come stato membro nell'1982
 
 
L'offensiva diplomatica e politica nei confronti dell'Europa
 
 
Pur essendo il referendum accettato dalle parti, la situazione si congela: né l’ONU né l’OUA sono in grado di imporre una soluzione congiunta. E’ soprattutto il disimpegno dell’Europa, verso la quale si indirizza una grande manovra diplomatica del Marocco che aspira all’entrata nella CEE
Il Polisario presenta il referendum come 1'unico strumento che possa risolvere la controversia sotto gli auspici delle Nazioni Unite, aggira l’indifferenza o le dichiarazioni di impotenza dei governi svolgendo un lavoro capillare a tutti i livelli della società civile, illustrando la situazione dei profughi e chiedendo solidarietà sul piano dell’informazione e dell'aiuto materiale
Nel dicembre 1986, la questione Saharawi approda al Parlamento Europeo. 
 
 

 
Tratto dalla ricerca di 
Nicola Malagoli
1 A - Liceo Scientifico R. Corso 
Correggio - R.E.
 
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